A proposito di Albo e Ordini: il DdL Lorenzin
Le professioni sanitarie, per la peculiarità del loro ruolo e per la ricaduta del loro operare sulla qualità e sulla sicurezza delle cure ai cittadini, richiedono costante attenzione al livello di professionalità affinché venga garantito il pieno rispetto del diritto costituzionale della tutela della salute. Il DdL “Norme varie in materia sanitaria”, finalmente approdato in Aula, tende a colmare una lacuna normativa, un atto ormai indifferibile dopo 10 anni di stallo dalla definizione della Legge 43 del 2006, per la necessità di fare ordine in un contesto ancora confuso e confusionario, pabulum ideale per quanti hanno ritenuto e ancora ritengono di potersi attribuire compiti e funzioni per le quali non possiedono il necessario riconoscimento istituzionale. Un DdL quindi che dovrebbe, coniugando competenze, titoli professionali e deontologia, mettere ordine nel mondo degli operatori sanitari la cui pluralità è stata determinata negli ultimi decenni dall’estremo approfondimento e dalla specializzazione delle varie attività sanitarie.
L’istituzione dell’albo professionale rappresenta la conditio sine qua non di questa opera innovatrice e dovrà comportare una serie di “paletti” che circoscrivano inequivocabilmente nel loro proprio ambito le varie figure professionali. Cioè: possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale, obbligo della formazione continua, valorizzazione dell’aspetto sociale delle varie attività professionali, rispetto del codice deontologico. Il tutto impossibile da rendere operativo in mancanza della definizione dei confini di ogni singola attività professionale.
L’attuale provvedimento stabilisce che gli Ordini sono enti di diritto pubblico non economico che svolgono funzioni sussidiarie dello Stato con la separazione tra funzione giudicante e istruttoria. Inoltre presenta nuove attività di vigilanza, nuovi compiti formativi e di verifica, condizioni di garanzia su appropriatezza e qualità delle prestazioni professionali. Sul piano dell’azione disciplinare, sino a oggi concentrata nello stesso organo, si registra una importante novità: la separazione tra funzione giudicante e istruttoria, il che contribuisce ad allontanare l’idea di poca trasparenza e atteggiamento corporativistico.
Il Ddl rappresenta quindi una buona notizia per una estesa platea di operatori della sanità e, più in generale, per il sistema Paese al cui sviluppo sociale ed economico concorrono centinaia di migliaia di professionisti della salute.
Come presidente AIDI, associazione degli igienisti dentali presente su tutto il territorio nazionale, non posso che plaudire, soddisfatta, alle finalità del DdL la cui approvazione e conseguente applicazione dovrebbe portare al definitivo riconoscimento della identità di una categoria professionale impegnata a promuovere la salute orale. Salute orale intesa non solo come cura del cavo orale ma come prevenzione delle patologie di un organo, la bocca, il cui benessere è condizione indispensabile del benessere dell’organismo intero, come peraltro sempre più confermato dalla moderna concezione olistica della medicina.
Dott.ssa Antonia Abbinante
Presidente AIDI